L’odierno territorio di Linera, ha sempre seguito le sorti della contea di Jaci. Dalle scarse notizie storiche e dalla difficoltà di collegamento con i circostanti territori, la nostra contrada non è stata quasi mai interessata da eventi importanti tali da essere perpetrati.
A parte gli effimeri ritrovamenti, risalenti al periodo romano, le prime fonti che descrivono la contrada si hanno intorno all’anno mille, con la suddivisione del territorio di Jaci in segrezie o pertinenze che si estendevano dal Castello sino alle falde dell”Etna; quest’ultima segrezia veniva denominata come “bosco di Jaci”.
Proprio nel bosco ricadeva anche la nostra contrada. Non era abitata abitualmente, ma sul finire del secolo XVI si hanno i primi disboscamenti e le prime coltivazioni del lino, dei cereali e anche della vite. Nello specifico la maggior parte della contrada era destinata alla “liniera” o “lineria”, cioè alla coltura del lino.
Linera, dunque, prese il nome da queste piantagioni di lino. I contadini e le loro famiglie ne divennero i veri primi residenti. Successivamente il territorio, venne organizzato in minuti agglomerati di case attorno o vicino a quella del proprietario della terra. Le case padronali sono delle complesse costruzioni dove si trovano una serie di elementi: la residenza del padrone; la casa del massaro; la cantina; il palmento; la stalla.
E’ proprio questa forma di organizzazione di edifici rurali che avvia ad una prima forma di comunità.
Queste piccole comunità vivevano separati spesse volte dalle altre realtà vicine, sia per la difficoltà e sia per la pericolosità negli spostamenti. L’unico momento aggregante e di riscatto era certamente l’aspetto religioso, e possedere, nell’ambito di questi piccoli borghi, una cappella era di rilevante importanza sia per la gente comune e sia per il proprietario che aumentava il proprio prestigio, poiché lì accorrevano anche altri contadini delle terre vicine insieme ai loro proprietari ed inoltre assicuravano una sepoltura per se e per i propri discendenti.