Lo scorso 13 maggio, nel corso di una manifestazione organizzata dal Gruppo Culturale Parrocchiale Linera, è stato intitolato il salone parrocchiale a don Sebastiano Consoli, che fu arciprete parroco della parrocchia Maria SS. del Lume di Linera dal 1 ottobre 1947 al 31 agosto 1967. Don Antonino Vinci ha rivolto il saluto agli intervenuti, alle autorità civili e militari e ai nipoti Salvatore e Pipitta e ha ricordato la missione del sacerdote nell’ambito della comunità. Un video curato da Salvatore Sciacca ha poi ripercorso le tappe principali della missione pastorale svolta a Linera da Don Consoli, a cui hanno fatto seguito le testimonianze di Giovanni Vecchio, che collaborò attivamente con Don Consoli, di Giovanni Grasso che per l’occasione ha scritto la poesia in vernacolo “Don Bastianu l’Arci-Preti”, letta dallo stesso su videografica del poeta Alessio Patti (anche lui presente in sala), di Antonino Arcidiacono e Sebastiano Cavallaro, intermezzate dai canti in onore della Madonna del Lume, eseguiti dalla corale parrocchiale. Tutti hanno messo in rilievo, tra l’altro, l’impegno di don Consoli per l’edificazione del salone parrocchiale contro tutte le difficoltà interposte, anche se non ebbe la gioia di poterlo vedere completato; di ciò si occuperanno i successori don Salvatore Arcidiacono e Don Salvatore Coco. Molto intensa la testimonianza, letta da Alfio Leonardi, del prof. don Giuseppe Cristaldi, il quale conobbe don Consoli sin dal tempo del seminario e ne seguì l’itinerario pastorale fino a quando fu costretto per la cecità a lasciare il suo ministero pastorale concludendo i suoi giorni nell’Oasi di Aci Sant’Antonio. Don Cristaldi ci lasciò un ricordo dopo la morte del sacerdote intervenuta il 9 aprile 1973 e pubblicato su “La Voce dell’Jonio”. Egli scrive che era “pieno di vita ed energia, dalla parola facile e avvincente, ricco di inventività organizzativa, egli fu il buon pastore della comunità affidatagli, non solo con la costante e incisiva predicazione e con l’assidua opera sacramentaria, ma ancora con l’esempio della vita e con la generosa disponibilità delle opere”. Un’altra testimonianza, letta da Salvatore Barbagallo, è quella fatta pervenire da Mons. Ignazio Cannavò, arcivescovo emerito di Messina, Lipari, S. Lucia del Mela, a suo tempo vicario generale della diocesi di Acireale, che conobbe don Consoli nel 1930, quando ancora era “piccolo studente di prima ginnasiale nel Seminario di Acireale” e i suoi rapporti divennero significativi “nella seconda metà degli anni ’50, quando Egli, ritornato da Roma, dove si era recato per perfezionare i suoi studi, era dal 1947 già parroco della parrocchia di Linera”. Molto commovente la conclusione della testimonianza di Mons. Cannavò sull’ultimo periodo della vita del Nostro nell’Oasi: “Il mio rapporto personale, oltre che il mio affetto, mi portava ad incontrarlo più spesso o nella sua cameretta o nei momenti comunitari di vita di quel gruppo di sacerdoti. Egli era sempre al centro della conversazione, con la sua battuta allegra, con le sue espressioni scherzose, con i suoi <discorsi> improvvisati nel corso delle piccole feste della Casa. Qualche volta si vide forse apparire una lacrima sul suo volto: ma bastava un movimento del capo o una frase più allegra a distrarre chi lo guardava. < Era l’oratore ufficiale della Comunità>, così si trova scritto nel Diario della Casa. Vi fu un momento più triste mentre correva con la mente al suo avvenire. Ma bastò un pellegrinaggio a Lourdes per avere in dono dalla Madonna la consueta serenità”. A conclusione della manifestazione è stato “svelato” un quadro incorniciato con l’immagine fotografica di Don Sebastiano Consoli, a perenne memoria, ed è stata ufficializzata l’intitolazione della struttura allo stesso sacerdote.
Prof. Giovanni Vecchio
nelle foto sotto: Intitolazione a Don Sebastiano Consoli del salone parrocchiale